Archivio per dimagrire

Dimagrisci leggendo questo post!

Posted in Uncategorized with tags , , , , , , , , , , , , on 9 giugno 2009 by Gemma

Succede che quando hai a che fare con livelli ultraterreni di idiozia ti vien voglia di fermarti un attimo, respirare profondamente, profonderti in un oooooooommmmmmmmmm di un quarto d’ora per ritrovare serenità e pacatezza veltroniane.

Quando proprio ‘gna fai, ne scrivi e ne commenti.

Oggi ho voglia di prendermela con chi produce i titoloni e titoletti degli articoli di giornale, che dovrebbero spremere in un paio di righe il succo di quel che stai per leggere, ma a ben guardare cercano solo di rendere appetibile il peggio ciarpame, sperando che qualcuno posi lo sguardo su quel mezzo trafiletto a pagina 37.

Inutile dire che io ci casco sempre!

Pertanto mi ritrovo a perder tempo con vagonate di fuffa stampata…

I migliori, in ogni caso, sono quelli su social network, internet & affini!

Mi fanno proprio sganasciare, non ce n’è, sono davvero troppo imbecilli.

Un po’ di tempo fa stavo leggendo La Stampa (veramente la stavo scorrendo per arrivare alla pagina dello sport) e mi capita sott’occhio un articolo dal titolo “Diventare immortali per 300 dollari – Su Internet per sempre: una società americana vende l’eternità digitale“.

Leggendo una cosa del genere immaginavo che qualcuno si fosse inventato una sorta di mausoleo virtuale, dove poter comprare uno spazio e intitolarlo ad un defunto, ma è un’idea già sdoganata da mò (se volete farci un pensierino andate su www.sonosepoltoqui.com).

Poi ho letto le prime righe dell’articolo: “Altro che patto col diavolo, macché Faust e Mefistofele: l’immortalità costa 300 dollari e si compra online”.

Non proseguo nella citazione perchè nutro troppo rispetto per l’intelligenza di chi legge/scrive (se proprio non sapete che farvene di un paio di minuti della vostra vita, eccovi il link).

In sintesi:  l’immortalità, secondo il brillante autore di questo pezzo, consiste in un servizio che, una volta tirate le cuoia, consente ai nostri parenti (alla modica cifra di 300 $) di recuperare le nostre password per social network, account di posta eccetera.

No, dico, è QUESTO il vostro concetto di vita eterna?!

Tralasciando il fatto che l’ideatore di questa trovata (evidentemente pensata per chi dovesse passare repentinamente e inaspettatamente a miglior vita – e qui ci sta una toccatina) forse non ha pensato che:

  1. si potrebbero risparmiare quei 300 bucks conservando sul proprio portatile un file di testo, intitolato sagacemente PASSWORDS, facilmente reperibile una volta non fossimo più in grado di difendere con le grinfie il nostro notebook da mani altrui;
  2. il concetto di privacy non è un gettone a tempo che termina nel momento in cui il diretto interessato non può far nulla per difenderla, perchè va bene tutto ma usare la scusa che son defunta per farsi un paiolo di cazzi miei non mi andrebbe affatto bene;

Resta il fatto che lo strillo, il sensazionalismo, il titolone ad effetto risultino non solo fastidiosi, ma anche impropri in questo caso, perchè sviano del tutto dall’attuale contenuto dell’articolo!

In realtà l’autore è riuscito nel suo intento: io ho letto il pezzo, l’ho commentato qua, ho aggiunto il suo link e se chi legge non è ancora andato a vedere di che si trattava, probabilmente lo farà a breve.

Del resto, il lettore attento potrebbe farmi notare che, intitolando questo post come sopra, non ho fatto altro che alimentare questa pessima abitudine: beh, si sbaglia, perchè il MIO intento era DAVVERO quello di suggerirvi una rapida ed efficace cura dimagrante in vista della prova-costume.

Ed ecco che in una decina di minuti vi farò passare la fame, almeno per un paio di settimane:

Ogni promessa è debito!